Medicina estetica odontoiatrica: come eseguire i filler del volto in sicurezza
Dal 2023 gli odontoiatri in Italia possono eseguire trattamenti di medicina estetica odontoiatrica non invasiva e mininvasiva su tutto il volto (terzo superiore, medio e inferiore). Si tratta di un ampliamento importante delle competenze professionali, che porta lo studio odontoiatrico a diventare un punto di riferimento non solo per la salute orale ma anche per l’armonizzazione estetica del volto. L’introduzione di questa novità è stata ampiamente commentata da Michele Cassetta nel video “ L’assessment del paziente e la prima visita in MEO”, in cui viene sottolineata l’importanza di un approccio strutturato fin dalla fase iniziale di visita e valutazione.
In medicina estetica odontoiatrica, la padronanza dell’anatomia del volto e la scelta della tecnica corretta sono ciò che trasforma un semplice riempimento in un filler in medicina estetica odontoiatrica sicuro e predicibile.
L’utilizzo dei filler in medicina estetica odontoiatrica richiede però una preparazione specifica: conoscere in profondità l’anatomia del volto, scegliere con attenzione la tecnica e valutare i prodotti sulla base della loro reologia (G’) sono passaggi fondamentali per ottenere risultati prevedibili e, soprattutto, sicuri.
L’obiettivo di questo articolo e del video “Nozioni di anatomia del volto in MEO” realizzato con il tootor Adriano Bartoli è offrire uno schema operativo, dalla prima visita al consenso informato, fino all’individuazione dell’entry point per eseguire i filler in sicurezza, riducendo al minimo i rischi di complicanze e garantendo al paziente un percorso trasparente e documentato.
Prima dell’iniezione: anamnesi, colloquio e diagnosi estetica in medicina estetica odontoiatrica
Ogni trattamento di filler in medicina estetica odontoiatrica deve partire da una valutazione preliminare accurata. Questa fase definisce indicazioni e limiti dei filler in medicina estetica odontoiatrica, allineando aspettative e piano di trattamento.
L’anamnesi medica completa rappresenta il primo passo per ridurre i rischi e intercettare eventuali controindicazioni: allergie note, patologie sistemiche, assunzione di farmaci anticoagulanti o cortisonici, gravidanza e allattamento sono elementi che vanno sempre indagati e registrati con precisione. Anche i trattamenti MEO pregressi o i filler già iniettati in passato devono essere segnalati per evitare interazioni o sovrapposizioni indesiderate.
Accanto alla raccolta dei dati clinici, il colloquio clinico-psicologico è un momento chiave. Serve a valutare le aspettative del paziente, la sua consapevolezza sugli esiti temporanei dei filler e il grado di accettazione di possibili effetti collaterali minori (edema, ecchimosi, dolore localizzato). Una gestione corretta delle aspettative riduce il rischio di insoddisfazione post-trattamento e aumenta la compliance del paziente.
Segue l’esame estetico del volto, che deve includere lo studio dei segni di crono- e foto-invecchiamento, l’analisi di elasticità e tonicità dei tessuti e la valutazione della mobilità dinamica. Una digito-palpazione delicata consente al clinico di stimare la quantità di filler da iniettare, il piano corretto (superficiale, sottocutaneo o sopraperiosteo) e la previsione di eventuali ritrattamenti per mantenere costante il risultato estetico nel tempo.
Tutta questa fase deve essere supportata da una documentazione clinica completa, parte integrante della terapia: fotografie pretrattamento, eventuali filmati intraoperatori e immagini post-trattamento consentono di monitorare i risultati e tutelare medico e paziente. È utile anche realizzare una mappatura dei vettori di iniezione per pianificare il percorso terapeutico. Infine, il consenso informato nella medicina estetica odontoiatrica deve essere chiaro, dettagliato e accompagnato da istruzioni scritte pre e post trattamento, così da garantire la massima trasparenza e sicurezza.
Per un esempio pratico di come la valutazione clinica e la scelta del filler possano migliorare l’armonia del volto (asimmetrie e gummy smile), vedi il video “L’ottimizzazione dell’aspetto estetico – Parte 1” con il tootor Jonatann Gatti.
Anatomia del volto e scelta dello strumento (cannula vs ago filler)
La conoscenza approfondita dell’anatomia del volto è la base imprescindibile per eseguire i filler in medicina estetica odontoiatrica in sicurezza. Conoscere i rapporti vascolari nella piega naso-labiale e lungo il contorno mandibolare consente di decidere quando preferire la cannula e quando l’ago filler. Ogni zona presenta rischi vascolari specifici: dalla piega naso-labiale alla regione angolare, fino al contorno mandibolare. Identificare le aree critiche significa scegliere con maggiore consapevolezza l’ago filler o la cannula, modulando piano e profondità dell’iniezione.
La complicanza più temuta resta la vascular occlusion, che può causare ischemia e necrosi se non gestita tempestivamente. In aree dinamiche, in particolare nella piega naso-labiale, l’uso di cannule smusse ≥25G è spesso preferibile all’ago filler, a parità di efficacia clinica. La scelta dello strumento deve essere sempre personalizzata in base all’anatomia del volto, alla tipologia di filler e alla morfologia del paziente, così da bilanciare sicurezza e risultato estetico.
Ad esempio:
- cannula ≥25G: indicata per aree a rischio vascolare elevato, come piega naso-labiale e regione mandibolare;
- ago: preferibile nei boli malari sopraperiostei o in piani profondi, dove serve precisione strutturale e contatto diretto con l’osso.
Un ulteriore supporto alla sicurezza viene dall’utilizzo degli ultrasuoni bedside. Questa tecnologia, sempre più diffusa anche in ambito odontoiatrico, consente di mappare in tempo reale le varianti di decorso dell’arteria facciale: diametro, profondità e possibili anastomosi. In questo modo il clinico può adattare l’approccio di iniezione alla morfologia specifica del paziente, aumentando la predicibilità del risultato e riducendo il rischio di complicanze.
Tecniche e aree: dal labbro allo zigomo
L’esecuzione dei filler varia notevolmente a seconda dell’area anatomica. Ogni regione ha rischi specifici, vasi critici da evitare e tecniche consolidate che permettono di ottenere un risultato armonico e sicuro. In questa sezione analizziamo le aree più trattate in medicina estetica odontoiatrica, con attenzione a strumenti, entry point e piano di iniezione.
Labbra: profilazione e aumento di volume
Le labbra sono una delle aree più richieste da trattare nella medicina estetica odontoiatrica, ma anche una delle più delicate dal punto di vista anatomico. La vicinanza dell’arteria labiale superiore e inferiore rende necessario un approccio prudente e strutturato.
Per la profilazione labbra si preferisce l’uso di aghi sottili 30G, che permettono un deposito superficiale e preciso lungo il vermiglio. Per l’aumento volumetrico si utilizzano invece aghi filler 27G, con lunghezze variabili tra 13 e 19 mm, così da adattarsi allo spessore dei tessuti. Particolare attenzione va posta alla commessura labiale: i primi 4–5 mm vanno evitati, sia per l’elevata carica batterica, sia per la vicinanza dell’arteria labiale circonflessa, che aumenta il rischio di complicanze vascolari. (Hong et al., 2025).
Le tecniche più utilizzate sono:
- tecnica classica orizzontale: deposito lineare e superficiale del filler, ideale per un effetto naturale e bilanciato nella profilazione labbra;
- tecnica Russian: caratterizzata da microdepositi verticali o diagonali con rilascio retrogrado. Questa metodica punta a una proiezione verticale del labbro, ma richiede estrema prudenza: il piano deve rimanere molto superficiale, soprattutto nei pazienti con labbra sottili;
- approcci submucosi “safety-driven”: descritti di recente in letteratura, prevedono l’iniezione verticale di acido ialuronico nello strato submucoso del labbro, con accessi predeterminati e guida ecografica. Questa modalità consente di mantenere una distanza di sicurezza dall’arteria labiale, riducendo il rischio di complicanze vascolari e garantendo al tempo stesso un risultato più naturale e uniforme (Bravo et al., 2025)
Per un approfondimento pratico sulla profilazione labbra e sull’aumento volumetrico con acido ialuronico, guarda anche il video “Medicina Estetica: i Filler labiali” con la tootor Francesca Cerutti, dedicato all’armonizzazione del sorriso e alla corretta esecuzione del lip filler.
Piega naso-labiale: tecnica retrograda con cannula
Il trattamento della piega naso-labiale richiede una consapevolezza anatomica elevata, poiché l’arteria facciale decorre in prossimità di questa zona. In questa piega naso-labiale, entry laterale, deposito retrogrado e bassa pressione sono i tre pilastri della tecnica con filler più sicura.
In letteratura si sottolinea che l’uso della cannula può contribuire a ridurre il rischio di lesioni vascolari in questo setup anatomico. In uno studio clinico controllato (split-face), l’impiego di cannula 25G nel riempimento della piega naso-labiale si è dimostrato non inferiore all’ago in termini di efficacia e sicurezza, confermando la validità dell’approccio (W Clark 2023).
Linea mandibolare e mento: profilazione mandibolo-mentoniera
La definizione della linea mandibolare richiede entry point distanti dal margine inferiore della mandibola, per evitare la risalita dell’arteria facciale, che in questa regione decorre superficialmente. Nei piani profondi, micro-depositi con cannula e, quando serve, ago filler lungo facilitano definizione e continuità mandibolo-mentoniera.
Studi anatomici hanno dimostrato che la mandibola presenta zone relativamente sicure, prive di grandi vasi superficiali, che possono essere sfruttate per il trattamento con filler (Cotofana et al., 2022). L’impiego di cannule 25–23G consente di lavorare in piano profondo con micro-depositi progressivi, riducendo ulteriormente il rischio di occlusione vascolare. Inoltre, raccomandazioni cliniche recenti sottolineano l’importanza di combinare cannula, manovre di aspirazione e iniezioni lente per aumentare la sicurezza nei trattamenti di jawline contouring (Harley Academy, 2024).
Questo approccio permette di ottenere una transizione armonica tra regione geniena e mentoniera, migliorando la definizione del profilo mandibolare in modo sicuro e predicibile.
Regione malare-geniena: lift & contour
Il ripristino dei volumi zigomatici è essenziale nei trattamenti di ringiovanimento del volto medio, poiché contribuisce a dare sostegno e luminosità al terzo medio. La tecnica più utilizzata è quella a ventaglio superficiale, con un unico entry point in corrispondenza dell’eminenza zigomatica: la cannula viene fatta avanzare lentamente in sottocute, con micro-rilasci progressivi, per un effetto di “soft lift” (Plasticsurgerykey, 2020). Per una correzione più strutturale si possono eseguire boli malari sopraperiostei: l’ago lungo (19 mm consigliato) viene mantenuto a contatto diretto con l’osso, sempre preceduto da aspirazioni multiple per ridurre il rischio intravascolare. In questa zona è preferibile l’uso di filler con alto G’, in grado di resistere alle forze meccaniche e fornire sostegno duraturo (Choi et al., 2020).
Reologia e scelta del filler in medicina estetica odontoiatrica
La scelta del filler va calibrata su piano di iniezione, obiettivo clinico (definizione, proiezione/lift, idratazione), spessore tissutale ed età del paziente.
In termini pratici, il parametro reologico più utile è il modulo elastico G′: più è alto, più il materiale resiste alla deformazione e mantiene forma/proiezione; G′ più basso favorisce integrazione morbida nei piani superficiali. In medicina estetica odontoiatrica, l’abbinamento tra anatomia del volto, piano di iniezione e G′ guida la selezione del materiale.
- Fase pre-trattamento
Il percorso inizia con una preparazione accurata: è fondamentale un’adeguata igiene della cute e delle mucose, richiedere che il paziente arrivi senza trucco e fornire istruzioni comportamentali da rispettare nelle 24–48 ore successive (evitare sport intensi, sauna, esposizione a calore diretto). Nei soggetti che assumono anticoagulanti o antiaggreganti, è raccomandata una rivalutazione della terapia in accordo con il medico di medicina generale, così da ridurre il rischio di ecchimosi e sanguinamenti (Cotofana, 2022). - Fase intra-trattamento
Durante l’iniezione vale la regola d’oro “slow in, low pressure”: il filler va rilasciato lentamente e a bassa pressione, facendo avanzare la cannula con progressione controllata e deposito retrogrado seguendo il principio cannula vs ago filler in base all’area e al piano. Quando si lavora con boli malari sopraperiostei, la sicurezza richiede aspirazioni multiple prima di ogni rilascio, così da minimizzare la possibilità di iniezione intravascolare (van Loghem, 2017). - Gestione della vascular occlusion (VO) e ischemia
Il riconoscimento precoce dei segni clinici è cruciale: dolore improvviso, livedo reticularis e sbiancamento cutaneo devono allertare immediatamente il clinico. Le linee guida più recenti raccomandano un protocollo operativo con ialuronidasi ad alto dosaggio, somministrata a flushing nel territorio ischemico e ripetuta se necessario, associata a misure di supporto locale (calore, massaggio delicato) e a un follow-up ravvicinato del paziente. La rapidità decisionale è parte integrante dei filler in medicina estetica odontoiatrica eseguiti in sicurezza.
Conclusioni
La medicina estetica odontoiatrica rappresenta oggi una nuova frontiera per lo studio dentistico, che può diventare un punto di riferimento anche per l’armonizzazione estetica del volto. Conoscere l’anatomia critica, selezionare il dispositivo corretto tra cannula e ago, saper valutare la reologia dei filler (G’) e applicare un protocollo di prevenzione e gestione delle complicanze sono passaggi fondamentali per garantire trattamenti sicuri, prevedibili e documentati. Per approfondire l’anatomia del volto e comprendere come la scelta tra cannula e ago filler condizioni la sicurezza nei trattamenti, accedi a Tootor e guarda il video con Adriano Bartoli: “Nozioni di anatomia del volto in MEO”.
FAQ
- Gli odontoiatri possono eseguire filler del volto in Italia?
Sì. Dal 2023, gli odontoiatri sono autorizzati a eseguire trattamenti di medicina estetica odontoiatrica non invasiva e mininvasiva su tutto il volto (terzo superiore, medio e inferiore). - È meglio usare la cannula o l’ago per i filler?
Non esiste una regola assoluta: la scelta dipende dall’area anatomica e dal tipo di risultato desiderato. In zone a rischio vascolare elevato (come la piega naso-labiale) la cannula ≥25G riduce il rischio di occlusioni, mentre in piani profondi (ad esempio i boli malari sopraperiostei) l’ago lungo garantisce maggiore precisione. - Cosa si intende per vascular occlusion filler (VO)?
La vascular occlusion è la complicanza più temuta delle iniezioni di filler: avviene quando il prodotto ostruisce un vaso, con rischio di ischemia o necrosi. Il riconoscimento precoce e il trattamento con ialuronidasi ad alto dosaggio sono essenziali per evitare danni permanenti. - Come scegliere il filler più adatto?
La scelta si basa sulla reologia del filler (G’):- Alto G′ → proiezione e lift (zigomo, mandibola, mento)
- G′ medio → pieghe dinamiche (naso-labiale, marionetta)
- G′ basso → labbra e idratazione superficiale
- Quali precauzioni seguire prima e dopo un filler in odontoiatria estetica?
Prima del trattamento: igiene della cute, sospensione di makeup e rivalutazione di anticoagulanti. Dopo il filler: evitare attività intensa, sauna ed esposizione al calore per almeno 24–48h, seguendo sempre le istruzioni scritte fornite dal clinico. - Che differenza c’è tra cannula e ago filler?
La cannula smussa riduce il rischio vascolare nelle aree critiche (es. piega naso-labiale); l’ago filler lungo è preferito per precisione in boli profondi o sopraperiostei.