Chirurgia magnetodinamica guidata e carico immediato

Luigi Tagliatesta

Per eseguire il carico protesico immediato di un impianto è necessario che vengano soddisfatte determinate condizioni, una su tutte la stabilità primaria della fixture.

In questo video, il Tootor Luigi Tagliatesta mostra come creare un letto implantare nella regione edentula 1.6 utilizzando degli inserti magnetodinamici, grazie ai quali potrà eseguire anche un mini rialzo di seno.

Nella seconda parte del video, la fixture inserita viene caricata protesicamente e la corona scaricata dalla masticazione, per evitare il sovraccarico dell’impianto stesso.

Questo video è sponsorizzato da Osseotouch.

Chirurgia magnetodinamica in implantologia: vantaggi, predicibilità e applicazioni cliniche

Negli ultimi anni l’implantologia orale si è evoluta verso approcci sempre più mininvasivi e predicibili, con l’obiettivo di preservare i tessuti e migliorare l’esperienza del paziente. In questo scenario si inserisce la chirurgia magnetodinamica, una metodica innovativa che sta trovando crescente applicazione clinica.
L’implantologia magnetodinamica si basa su strumenti dedicati che sfruttano impulsi magnetici per preparare il sito implantare attraverso un processo di osteocondensazione implantare, evitando l’uso delle frese tradizionali. Questo rende la tecnica una forma di implantologia mininvasiva, in grado di mantenere il volume osseo, ridurre la morbidità post-operatoria e consentire, in casi selezionati, anche il carico immediato.
In questo approfondimento analizzeremo nel dettaglio cos’è la tecnica magnetodinamica implantare, quali vantaggi offre rispetto ai protocolli tradizionali, in quali casi è indicata e quali evidenze scientifiche ne supportano l’efficacia. Infine, presenteremo un caso clinico documentato passo dopo passo.

Cos’è la chirurgia magnetodinamica

La chirurgia magnetodinamica è una metodica che utilizza un manipolo attivato da impulsi magnetici per la preparazione del sito implantare. A differenza delle frese rotanti tradizionali, la tecnica magnetodinamica implantare non rimuove tessuto osseo ma lo compatta attraverso un processo di osteocondensazione implantare.
Questa caratteristica rende l’approccio parte integrante dell’implantologia atraumatica, poiché consente di lavorare in modo meno invasivo e biologicamente rispettoso.
Gli obiettivi principali della chirurgia magnetodinamica sono:

Come funziona: principi biologici e operativi

La chirurgia magnetodinamica si basa sul principio dell’osteocondensazione implantare, un processo che compatta l’osso anziché asportarlo. L’energia magnetica viene trasferita agli inserti che, attraverso micromovimenti controllati, permettono di modellare le trabecole ossee senza comprometterne la vitalità. Questo approccio, tipico dell’implantologia atraumatica, consente di ottenere siti implantari più densi e stabili, riducendo il trauma chirurgico.

Caratteristiche tecniche

Dal punto di vista operativo, la tecnica magnetodinamica implantare si distingue per alcune peculiarità che ne garantiscono la sicurezza e l’efficacia:

Differenza rispetto alle frese tradizionali

Per comprendere i vantaggi della magnetodinamica è utile confrontarla con le tecniche convenzionali.

Il risultato è un torque di inserimento più elevato, che rappresenta un fattore chiave per garantire la stabilità primaria e rendere possibile il carico immediato.

Vantaggi clinici della chirurgia magnetodinamica

L’adozione della chirurgia magnetodinamica in implantologia si traduce in una serie di benefici clinici che rendono questa metodica una valida alternativa ai protocolli convenzionali. Grazie al principio di osteocondensazione implantare, il sito viene preparato senza sacrificio di tessuto, migliorando la qualità ossea e la predicibilità del trattamento.
I principali vantaggi osservati sono:

Nel video del tootor Luca Boschini, “Autotrapianto Elemento 1.8 – Regione 1.7”, viene documentato l’utilizzo di inserti dedicati su Magnetic Mallet per modellare la sede ricevente e ricreare la corretta anatomia radicolare necessaria all’inserimento del dente sostituente.
L’esempio sottolinea come, grazie all’osteocondensazione implantare e all’impiego dello strumento apposito, questo approccio mininvasivo/osso-conservativo può essere applicato anche in contesti non convenzionali, garantendo comunque stabilità primaria e conservazione dei tessuti.
Le principali situazioni cliniche in cui la tecnica magnetodinamica implantare trova applicazione sono:

Le evidenze disponibili confermano che l’utilizzo della tecnologia magnetodinamica in questi scenari migliora la predicibilità implantare e riduce il rischio di complicanze intraoperatorie, rendendo questa tecnologia una risorsa preziosa soprattutto nei casi complessi.

Predicibilità e dati scientifici

La validità clinica dell’implantologia magnetodinamica è supportata da una crescente letteratura scientifica che conferma come l’osteocondensazione implantare migliori la stabilità primaria, riduca il rischio di complicanze e favorisca protocolli a carico immediato.
Questi dati rafforzano il ruolo dell’implantologia magnetodinamica come metodica sicura e predicibile.

In conclusione, i dati scientifici mostrano che la chirurgia magnetodinamica in implantologia non solo è comparabile alle tecniche convenzionali, ma in diversi contesti clinici può garantire esiti superiori in termini di stabilità, predicibilità e riduzione delle complicanze.

Caso clinico: implantologia magnetodinamica con carico immediato

Un esempio concreto di applicazione della chirurgia magnetodinamica è documentato dal nostro tootor, Luigi Tagliatesta (Università degli Studi di Milano), nel video clinico “Chirurgia magnetodinamica guidata e carico immediato” disponibile su Tootor. Il caso riguarda l’inserimento di un impianto nel mascellare superiore con approccio guidato, senza frese rotanti e con protocollo a carico immediato.
L’intervento è stato condotto seguendo le principali fasi operative della tecnica magnetodinamica implantare:

Al termine della procedura, un controllo radiografico 3D a basso dosaggio ha confermato sia il corretto posizionamento implantare sia il successo del rialzo crestale eseguito. Il caso rappresenta un chiaro esempio di come l’utilizzo del Magnetic Mallet e della chirurgia guidata possano garantire predicibilità clinica, riducendo i tempi di trattamento e migliorando l’esperienza del paziente.

Conclusioni sulla chirurgia magnetodinamica in implantologia

La chirurgia magnetodinamica si conferma oggi come una delle innovazioni più rilevanti nell’ambito dell’implantologia moderna. Basata sul principio dell’osteocondensazione implantare, questa metodica consente di preparare il sito senza sottrarre tessuto osseo, garantendo al tempo stesso massimo rispetto dei tessuti biologici e ottima tenuta implantare iniziale.
L’impiego di strumenti magnetodinamici e della chirurgia guidata ha ulteriormente rafforzato la diffusione della tecnica magnetodinamica implantare, dimostrando efficacia in diversi scenari clinici e un elevato tasso di successo implantare riportato anche dalla letteratura scientifica recente.
Per ottenere i migliori risultati, questa metodica deve essere selezionata nei casi più indicati e supportata da un’attenta pianificazione pre-chirurgica, che includa l’analisi tridimensionale con CBCT, la valutazione della densità ossea e la gestione dei fattori di rischio individuali.
In sintesi, la chirurgia magnetodinamica rappresenta una forma avanzata di implantologia atraumatica, capace di coniugare minima invasività, predicibilità clinica e comfort per il paziente, aprendo nuove prospettive per il futuro dell’implantologia orale.

Se vuoi vedere passo dopo passo l’applicazione clinica della tecnica, guarda il video del tootor Luigi Tagliatesta “Chirurgia magnetodinamica guidata e carico immediato”.

FAQ

  1. Qual è la differenza tra chirurgia magnetodinamica e preparazione implantare con frese tradizionali?
  2. La principale differenza risiede nel principio biologico. Con le frese rotanti, il sito implantare viene preparato per sottrazione ossea, con inevitabile perdita di tessuto e riduzione della densità peri-implantare. La chirurgia magnetodinamica, invece, sfrutta la osteocondensazione implantare, compattando l’osso senza asportarlo. Ciò consente di preservare al 100% il tessuto nativo, aumentare la stabilità primaria e ridurre la morbidità post-operatoria, caratteristiche che rendono la metodica parte integrante dell’implantologia atraumatica.
  3. In quali casi clinici è indicata l’implantologia magnetodinamica?
  4. L’implantologia magnetodinamica trova applicazione soprattutto quando la densità ossea è ridotta, in particolare nel mascellare superiore posteriore. È indicata nei rialzi crestali del seno mascellare senza biomateriali, nei protocolli a carico immediato grazie all’alto torque di inserimento e nei casi in cui si voglia ridurre il trauma chirurgico. Inoltre, l’utilizzo del Magnetic Mallet la rende una risorsa versatile anche in procedure complesse, come gli autotrapianti dentali o gli interventi flapless.
  5. Quali sono i vantaggi clinici del Magnetic Mallet rispetto ad altre tecnologie?
  6. Lo strumento consente una trasmissione controllata di energia magnetica agli inserti, garantendo micromovimenti precisi e atraumatici.
    Rispetto alle tecniche convenzionali, permette:
    • preservazione ossea completa grazie all’osteocondensazione;
    • elevata stabilità primaria, fondamentale nei protocolli di carico immediato;
    • minore dolore e gonfiore post-operatorio;
    • riduzione del rischio di perforazioni durante i rialzi crestali.
    Le evidenze scientifiche (Bennardo et al., 2022) confermano tassi di sopravvivenza implantare superiori al 98%, consolidando il ruolo del Magnetic Mallet in implantologia magnetodinamica.
  7. La chirurgia magnetodinamica è sicura e predicibile a lungo termine?
  8. Sì. Studi clinici e revisioni sistematiche hanno evidenziato tassi di successo elevati. Crespi et al. (2010) hanno dimostrato il 100% di sopravvivenza implantare a 36 mesi con tecniche di osteocondensazione; Stacchi et al. (2022) hanno sottolineato la riduzione del rischio di perforazioni nei rialzi crestali; Bennardo et al. (2022) hanno riportato un tasso di sopravvivenza del 98,9% con Magnetic Mallet. Questi dati dimostrano che l’implantologia magnetodinamica è non solo sicura, ma anche comparabile e in alcuni scenari superiore alle tecniche convenzionali.