Intarsio onlay

Alessandro Vianello

In questo video il tootor Alessandro Vianello ci mostra come eseguire la preparazione di un elemento per l’applicazione di un intarsio di tipo onlay.

Intarsio Onlay: tecnica, indicazioni e vantaggi nell'odontoiatria restaurativa

L'intarsio onlay rappresenta oggi una delle soluzioni più conservative ed efficaci nell'ambito dell'odontoiatria restaurativa moderna. Si tratta di un restauro adesivo indiretto che permette di sostituire vecchie otturazioni estese o di ricostruire cuspidi dentali fratturate senza dover ricorrere subito a una corona dentale completa.

L'onlay dentale viene progettato per coprire una o più cuspidi compromesse del dente, offrendo così una maggiore resistenza meccanica e un'adesione ottimale, grazie alla conservazione di una quota di smalto sano. Questo approccio è considerato minimamente invasivo, perché consente di preservare quanto più tessuto dentale possibile, a differenza delle preparazioni più estese richieste dalle corone tradizionali.

Gli intarsi dentali in ceramica, o in materiali compositi avanzati, garantiscono un risultato estetico altamente naturale, integrandosi perfettamente con il colore e la forma del dente originale. Inoltre, la loro longevità è stata ampiamente confermata dalla letteratura scientifica: una revisione clinica ha dimostrato come i restauri indiretti adesivi, tra cui gli onlay, possano assicurare predicibilità e conservazione tissutale (Rocca & Krejci, 2007 ). Una metanalisi più recente ha evidenziato come gli onlay in ceramica e resina composita presentino tassi di sopravvivenza superiori al 90% a 10 anni (Morimoto et al., 2016 ).

In questo articolo vedremo nel dettaglio cos'è un onlay, quando viene indicato, quali sono le fasi principali della preparazione di una cavità per onlay e quali vantaggi clinici può offrire rispetto a un restauro diretto o a una corona. Infine, presenteremo anche un approfondimento pratico tratto dal video del tootor Alessandro Vianello, che mostra passo dopo passo la realizzazione di una cavità per onlay.

Cos'è un intarsio onlay? Definizione e caratteristiche

Un onlay dentale è un tipo di intarsio indiretto utilizzato nell'odontoiatria restaurativa per ricostruire in modo conservativo i denti posteriori compromessi. A differenza dell'inlay, che si limita a ricostruire la cavità occlusale, l'intarsio onlay si estende anche alla copertura di una o più cuspidi dentali fratturate o indebolite, offrendo al dente una protezione aggiuntiva e una maggiore resistenza ai carichi masticatori.

Dal punto di vista tecnico, l'onlay viene realizzato in laboratorio da un odontotecnico specializzato. I materiali più utilizzati sono gli intarsi dentali in ceramica, il composito di ultima generazione o materiali ibridi che combinano estetica e resistenza. Una volta completato, l'onlay viene cementato sul dente attraverso un restauro adesivo indiretto, che garantisce una forte integrazione con lo smalto e la dentina residua.

Rispetto a una corona dentale tradizionale, l'intarsio onlay presenta un vantaggio essenziale: consente una maggiore conservazione di tessuto dentale sano. In questo modo, il clinico riesce a preservare la struttura naturale del dente, riducendo l'invasività e migliorando la prognosi a lungo termine. Al contempo, l'onlay assicura un risultato altamente estetico, grazie alla possibilità di riprodurre fedelmente colore e morfologia del dente naturale.

Indicazioni cliniche dell'intarsio onlay in odontoiatria restaurativa

L'intarsio onlay trova applicazione in diversi contesti clinici dell'odontoiatria restaurativa, soprattutto quando un dente posteriore ha subito danni estesi che non possono essere risolti con una semplice otturazione diretta, ma non richiedono ancora una corona dentale completa.

In particolare, l'intarsio dentale in ceramica è oggi considerato il gold standard per la sua resistenza meccanica e stabilità cromatica, soprattutto nei settori posteriori sottoposti a forti carichi masticatori.

Le principali indicazioni cliniche sono:

Dal punto di vista biomeccanico, l'intarsio onlay distribuisce meglio le forze masticatorie rispetto a un'otturazione tradizionale, riducendo il rischio di microfratture e aumentando la longevità del restauro. Inoltre, essendo un restauro adesivo indiretto, permette al clinico di ottenere una connessione stabile con lo smalto residuo, assicurando resistenza e funzionalità anche a lungo termine.

Diversi studi clinici confermano che gli onlay dentali in ceramica e composito rappresentano una soluzione affidabile nei casi in cui la conservazione del dente sia prioritaria e l'invasività debba essere ridotta al minimo (Morimoto et al., 2016).

In casi di cuspidi dentali fratturate, un'alternativa valida all'onlay può essere l'overlay, particolarmente indicato nei denti posteriori trattati endodonticamente. A questo proposito ti segnaliamo il video "Preparazione Overlay elemento 3.6" del tootor Marco Calabrese, che mostra la realizzazione pratica su un molare precedentemente trattato endodonticamente.

Preparazione della cavità per un intarsio onlay: principi chiave

La preparazione della cavità per un intarsio onlay rappresenta una fase chiave dell'odontoiatria restaurativa, poiché da essa dipendono la stabilità, la precisione e la durata del restauro adesivo indiretto. Una preparazione corretta consente infatti al futuro onlay dentale di integrarsi in modo ottimale con la struttura residua del dente, proteggendo le cuspidi dentali fratturate e garantendo un risultato estetico e funzionale.

I principali passaggi clinici includono:

  1. definizione dei margini: mediante frese cilindriche o troncoconiche diamantate si tracciano i limiti della cavità, distinguendo con precisione la parte di dente da conservare da quella da rimuovere;
  2. abbattimento delle cuspidi compromesse: quando una cuspide appare fragile o danneggiata, viene ridotta per consentire la sua copertura con l'onlay, evitando il rischio di frattura futura;
  3. creazione di un gradino cervicale: nei casi più estesi, il clinico può preparare un gradino che aumenti la superficie di adesione e migliori la stabilità del restauro;
  4. conservazione dello smalto: fondamentale per l'adesione del restauro indiretto; si cerca di preservare quanto più smalto possibile, evitando preparazioni eccessivamente invasive come quelle necessarie per una corona dentale;
  5. rifinitura dei margini: eseguita con strumenti a bassa velocità (es. pietre tipo carborundum), consente di eliminare prismi di smalto residui e smussare spigoli acuti, riducendo i rischi di stress concentrati sul materiale.

Una volta completata la preparazione, è possibile rilevare un'impronta tradizionale o eseguire una scansione digitale per la realizzazione dell'intarsio dentale in ceramica o in composito. Questa fase rappresenta il collegamento diretto tra il lavoro clinico e quello del laboratorio odontotecnico, garantendo la precisione del futuro restauro.

Rispetto a una corona dentale, la preparazione per un onlay è meno invasiva e maggiormente conservativa, pur offrendo un risultato comparabile in termini di resistenza meccanica e durata nel tempo (Rocca & Krejci, 2007).

Una volta completata la preparazione, il passo successivo è la cementazione, fase altrettanto delicata per la riuscita del restauro adesivo indiretto. Per un approfondimento pratico, puoi vedere il caso clinico del tootor Marco Calabrese "Cementazione di un intarsio onlay in composito su elemento 3.6".

Caso clinico: preparazione di una cavità per intarsio onlay secondo Alessandro Vianello

Un esempio pratico di come viene realizzato un intarsio onlay è mostrato nel video del tootor Alessandro Vianello, che documenta la preparazione clinica di un dente già ricostruito con otturazione. In questo caso, la scelta terapeutica è stata quella di sostituire il precedente restauro con un onlay dentale, una soluzione più stabile, duratura e meno invasiva rispetto a una corona dentale.

Durante la procedura, Vianello mostra come l'abbattimento della cuspide mesio-linguale, apparsa sottile e fragile, sia fondamentale per prevenire possibili fratture e garantire la copertura protettiva dell'onlay. Successivamente, viene creato un gradino cervicale nelle aree più compromesse, aumentando la superficie di adesione e la stabilità del restauro. La rifinitura dei margini, eseguita con strumenti a bassa velocità e pietre abrasive come la carborundum, consente di eliminare eventuali prismi di smalto residui e di ottenere superfici lisce, regolari e ottimali per l'adesione.

Un aspetto che viene sottolineato nel video è l'importanza di preservare il più possibile lo smalto residuo: mantenere questa struttura naturale permette infatti di migliorare la forza del legame adesivo e di ridurre la necessità di un approccio più invasivo come quello richiesto per una corona.

Al termine della preparazione, la cavità risulta pronta per l'impronta tradizionale o per la scansione digitale, passaggio indispensabile per la realizzazione di un intarsio dentale in ceramica o in composito che si integri perfettamente con il dente.

Intarsio onlay vs corona dentale: quale scegliere?

Nell'odontoiatria restaurativa, il confronto tra intarsio onlay e corona dentale è molto frequente: la scelta dipende dallo stato del dente, dal livello di compromissione delle cuspidi e dalle esigenze estetiche e funzionali del paziente.

L'onlay dentale è indicato quando è ancora possibile conservare una buona parte di smalto e dentina: rappresenta un approccio minimamente invasivo, che preserva tessuto dentale sano, offre un'ottima integrazione estetica grazie agli intarsi dentali in ceramica o composito, e garantisce resistenza a lungo termine attraverso un restauro adesivo indiretto. La corona dentale, invece, diventa necessaria quando la struttura residua è troppo compromessa per sostenere un intarsio, o nei casi in cui la funzionalità debba essere completamente ripristinata con una copertura totale.

Per questo motivo, oggi molti clinici preferiscono ricorrere agli onlay ogni volta che la situazione clinica lo consente, riservando la corona a casi estremi o a denti già fortemente destrutturati. La letteratura conferma che gli intarsi onlay presentano tassi di sopravvivenza molto elevati, superiori al 90% a 10 anni, offrendo una valida alternativa alle corone nei trattamenti a lungo termine (Morimoto et al., 2016).

Nonostante i numerosi vantaggi, l'intarsio onlay presenta anche alcuni limiti clinici. La tecnica richiede una preparazione precisa e un perfetto isolamento del campo operatorio, pena il rischio di microinfiltrazioni. Inoltre, nei pazienti con abitudini parafunzionali importanti (bruxismo), gli onlay possono essere soggetti a frattura, motivo per cui talvolta si preferisce una corona dentale. La selezione accurata dei casi è quindi determinante per garantire la longevità del restauro.

Vuoi vedere la procedura completa? Guarda il video di Alessandro Vianello "Intarsio Onlay" accedendo Tootor.

FAQ

  1. Quali sono i criteri clinici per scegliere un intarsio onlay rispetto a una corona dentale?
  2. La scelta dipende dal volume di tessuto residuo: l'onlay dentale è indicato quando rimane sufficiente smalto per garantire un'adesione efficace, mentre la corona dentale diventa necessaria nei casi di ampia perdita di sostanza o compromissione strutturale.

  3. Qual è la profondità ottimale della preparazione cavitaria per un intarsio onlay?
  4. La preparazione della cavità per onlay deve garantire un margine definito e regolare, con riduzione cuspale di circa 1,5–2 mm a seconda del materiale scelto, preservando quanto più smalto possibile per l'adesione.

  5. Che materiali preferire per un intarsio onlay in termini di resistenza e adesione?
  6. Gli intarsi dentali in ceramica offrono resistenza meccanica e stabilità cromatica, mentre i compositi indiretti consentono maggiore elasticità e sono indicati nei pazienti con parafunzioni o nei settori posteriori con carichi elevati.

  7. Quali sono le accortezze nella rifinitura dei margini cavitari per garantire l'adesione?
  8. È fondamentale eliminare prismi di smalto non supportati, smussare angoli vivi e utilizzare strumenti a bassa velocità (pietre carborundum o frese a granulometria fine) per favorire la stabilità del restauro adesivo indiretto.

  9. Quanto incide la posizione del margine gengivale sulla prognosi dell'onlay?
  10. Gli onlay garantiscono risultati migliori quando i margini restano sopragengivali o poco subgengivali. Margini profondi complicano il controllo dell'umidità e riducono la superficie di smalto disponibile per l'adesione.

  11. Quali dati di letteratura supportano la longevità clinica degli onlay dentali?
  12. Revisioni sistematiche (Rocca & Krejci, 2007; Morimoto et al., 2016) mostrano tassi di sopravvivenza >90% a 10 anni per gli onlay in ceramica e composito, se correttamente indicati e cementati con tecniche adesive moderne.

  13. Qual è la differenza tra intarsio onlay e overlay in odontoiatria restaurativa?
  14. L'intarsio onlay ricopre una o più cuspidi dentali fratturate o indebolite, lasciando parte della superficie occlusale naturale intatta. L'overlay, invece, estende la ricopertura a tutta la superficie occlusale, funzionando come una sorta di "mini-corona" adesiva. Dal punto di vista operativo, l'overlay richiede una riduzione maggiore delle cuspidi, ma consente una protezione totale dei margini occlusali, risultando indicato nei casi di denti posteriori ampiamente compromessi ma ancora recuperabili senza ricorrere a una corona dentale.