Impianti post-estrattivi: l’ottimizzazione dei tempi

Giuliano Garlini

Una delle richieste più comuni dei pazienti è la riduzione dei tempi alla poltrona, seppur non tutte le terapie lo consentano. Tuttavia, con le condizioni adeguate e la strumentazione corretta, ci sono casi in cui è possibile e fondamentale ridurre i tempi, garantendo comunque un risultato ottimale.

Un esempio significativo è il video clinico realizzato dal tootor Giuliano Garlini, che mostra il posizionamento di impianti post-estrattivi nelle aree 1.5 e 1.6.

In questa zona molare, è stato necessario un rialzo del seno mascellare, utilizzando il Tray chirurgico IM Dental Tech, e riempiendolo con apatite in granuli, entrambi prodotti da Dental Tech.

Video sponsorizzato da Dental Tech.

Impianti post-estrattivi: ottimizzazione dei tempi in implantologia

L’inserimento immediato dell’impianto dopo l’estrazione rappresenta oggi una delle soluzioni più efficaci per ridurre i tempi terapeutici in implantologia. L’inserimento immediato dell’impianto, subito dopo l’estrazione dentale, consente infatti di:

Un ruolo decisivo è svolto oggi anche dalla Cone Beam Computed Tomography (CBCT), che consente una valutazione tridimensionale del sito implantare già in fase diagnostica.

Il video clinico del tootor Giuliano Garlini – “Impianti post-estrattivi: l’ottimizzazione dei tempi” documenta in modo pratico un caso in cui, dopo l’estrazione degli elementi 1.5 e 1.6, sono stati posizionati due impianti immediati.

Perché scegliere l’inserimento immediato dell’impianto in implantologia

Il posizionamento immediato di impianto post-estrazione dentale non è soltanto una scelta di comodità: numerose ricerche hanno dimostrato che si tratta di un approccio clinicamente predicibile e sicuro. La selezione accurata del caso, supportata dall’impiego routinario della Cone Beam (CBCT), rappresenta la condizione necessaria per rendere predicibile l’approccio post-estrattivo.
Uno dei principali vantaggi riguarda la preservazione dei tessuti duri e molli. Chen e Buser (2009, Clinical Oral Implants Research) hanno evidenziato come l’inserimento immediato riduca significativamente il riassorbimento osseo e favorisca la stabilità del profilo gengivale, con un impatto positivo anche sul risultato estetico.
Un secondo beneficio è la riduzione dei tempi di trattamento. Lang e colleghi (2012, Periodontology 2000) hanno sottolineato come l’approccio post-estrattivo consenta di abbreviare la durata complessiva della riabilitazione, evitando al paziente fasi chirurgiche aggiuntive e riducendo il numero di sedute operatorie.
Infine, dal punto di vista della sopravvivenza implantare, le evidenze scientifiche non sono del tutto univoche e richiedono un’attenta interpretazione. La metanalisi di Chrcanovic et al. (2015, Journal of Dentistry) ha segnalato un rischio di insuccesso leggermente superiore per gli impianti collocati in alveoli freschi rispetto a quelli inseriti in siti già guariti. Tuttavia, studi più recenti come quello di Cosyn et al. (2019) e la metanalisi open-access di Patel et al. (2023) non hanno riscontrato differenze statisticamente rilevanti tra posizionamento immediato e differito, a condizione che la selezione del caso sia corretta e l’esecuzione clinica accurata. Una revisione del 2022 conferma questa tendenza, riportando esiti clinici sostanzialmente sovrapponibili nella maggior parte dei contesti.
In sintesi, la letteratura concorda nel considerare gli impianti post-estrattivi una soluzione affidabile: riducono i tempi, preservano i tessuti e garantiscono tassi di successo elevati, sempre a condizione che vi sia un’adeguata pianificazione radiologica e chirurgica.

Il caso clinico: estrazione e gestione del sito post-estrattivo

Nel video clinico, il tootor Giuliano Garlini presenta la gestione di un caso che richiede l’estrazione degli elementi 1.5 e 1.6:

Per il posizionamento degli impianti è stata scelta la linea FTK di Dental Tech, che possiede alcune caratteristiche tecniche che contribuiscono a garantire stabilità primaria e predicibilità:

Che impatto tecnico ha la selezione dell’impianto?

In situazioni con osso limitato (come nella zona 1.6), caratteristiche come il profilo ibrido della spira e la connessione conica aiutano a ottenere una stabilità primaria ottimale, anche con un approccio immediato post-estrattivo. I micro-solchi mantengono i volumi ossei, mentre la varietà geometrica consente adattamenti precisi a ogni alveolo. Infine, la superficie BWS® favorisce l’osteointegrazione, fondamentale quando il carico implantare è precoce.

Tecnica chirurgica nell’implantologia post-estrattiva

Il caso clinico illustrato dal nostro tootor Giuliano Garlini mostra chiaramente le fasi essenziali che rendono possibile l’inserimento immediato degli impianti post-estrattivi, mantenendo predicibilità clinica e riducendo i tempi di trattamento.

Estrazione atraumatica e preservazione alveolare

La prima fase è stata l’estrazione atraumatica degli elementi dentali, eseguita con l’obiettivo di preservare le pareti alveolari e ridurre al minimo il trauma ai tessuti molli. Particolare attenzione è stata posta alla corticale vestibolare, spesso critica per la stabilità implantare e per il mantenimento dell’estetica a lungo termine. Questa gestione attenta ha permesso la preservazione alveolare, riducendo il rischio di riassorbimento crestale post-estrattivo.
Per un approfondimento complementare sul tema della preservazione alveolare, puoi guardare anche il video clinico di Andrea GrassoPreservazione alveolare post-estrattiva: regione 2.2”. Inoltre, l’importanza della preservazione dei tessuti molli in area estetica è ben documentata nel video del tootor Alessandro AgniniEstrazione e carico immediato in area 1.2 – Parte 1”, disponibile sulla nostra piattaforma.

Il ruolo della Cone Bean (CBCT) nella pianificazione implantare

La pianificazione degli impianti post-estrattivi non può prescindere da un’accurata indagine radiologica. In questo ambito la Cone Beam Computed Tomography (CBCT), o Cone Beam 3D, rappresenta lo standard di riferimento: consente di valutare con precisione i volumi ossei residui, la morfologia del seno mascellare e la posizione delle strutture anatomiche critiche. L’utilizzo della CBCT negli impianti post-estrattivi non solo migliora la predicibilità clinica, ma riduce il rischio di complicanze intra- e post-operatorie, guidando la scelta della lunghezza, del diametro e della posizione implantare.
Prima della chirurgia, infatti, è stata eseguita una Cone Beam Computed Tomography (CBCT) che ha fornito le indicazioni necessarie alla pianificazione del caso. In particolare, l’indagine radiologica ha permesso di valutare:

La Cone Beam (CBCT) non solo guida la scelta della lunghezza e del diametro implantare, ma permette anche di programmare eventuali procedure aggiuntive, come un rialzo crestale mininvasivo.

Preparazione del sito e torque di inserimento

La preparazione calibrata del sito implantare è stata condotta in modo calibrato per ottenere un adeguato torque di inserimento senza compromettere la membrana sinusale. L’impianto Dental Tech FTK, con spira a profilo ibrido e connessione conica, ha favorito la stabilità primaria sia in zona 1.5, dove l’osso residuo era sufficiente, sia in zona 1.6, dove è stato sfruttato l’ancoraggio sul setto residuo.

Inserimento immediato e riduzione dei tempi biologici

L’inserimento immediato degli impianti contestuale all’estrazione ha ridotto i tempi biologici di guarigione e quelli protesici. In un’unica fase chirurgica è stato possibile completare estrazione e posizionamento implantare, evitando mesi di attesa per la maturazione del sito. Questo protocollo conferma come l’approccio post-estrattivo consenta una reale ottimizzazione dei tempi biologici e protesici, mantenendo al contempo la predicibilità clinica.
Un caso clinico approfondito viene illustrato anche nel video del tootor Donato Grampone “Implantologia post-estrattiva: regione 3.4 e 3.5 – Parte 1”.

Conclusioni cliniche sugli impianti a carico immediato post-estrattivi

Il video mette in evidenza come l’attenzione a ogni singolo passaggio, dall’estrazione atraumatica alla pianificazione con Cone Beam (CBCT) fino all’inserimento immediato con stabilità primaria, sia la chiave per ottenere un trattamento efficace e affidabile. L’approccio post-estrattivo non è soltanto una riduzione dei tempi, ma un vero e proprio protocollo che richiede rigore clinico e un’accurata selezione del caso.
Accedi a Tootor e guarda il video completoImpianti post-estrattivi: l’ottimizzazione dei tempi” di Giuliano Garlini o scopri altri casi di implantologia avanzata.

FAQ

  1. Quali sono i principali vantaggi clinici degli impianti post-estrattivi?
  2. Gli impianti post-estrattivi, o impianti immediati, permettono di preservare i tessuti duri e molli, ridurre il riassorbimento crestale e abbreviare i tempi complessivi della riabilitazione. Inoltre, consentono una reale ottimizzazione dei tempi biologici e protesici, riducendo il numero di interventi chirurgici necessari.
  3. Qual è il ruolo della CBCT nella pianificazione implantare post-estrattiva?
  4. La Cone Beam (CBCT) è fondamentale per la gestione del sito post-estrattivo: permette di valutare la quantità residua di osso, la posizione del setto e la morfologia del seno mascellare.
    Grazie a queste informazioni, l’implantologo può scegliere la lunghezza e il diametro dell’impianto e programmare eventuali procedure aggiuntive, come un rialzo crestale mini-invasivo.
  5. Quanto conta il torque di inserimento per la stabilità primaria?
  6. Il torque di inserimento è un parametro cruciale negli impianti immediati: un valore adeguato consente di ottenere la stabilità primaria, indispensabile per il successo implantare a lungo termine. Impianti come il Dental Tech FTK, con spira a profilo ibrido e connessione conica, favoriscono il raggiungimento di un torque ottimale anche in condizioni di osso limitato.
  7. Cosa significa preservazione alveolare in implantologia post-estrattiva?
  8. La preservazione alveolare è l’insieme di tecniche che mirano a mantenere le pareti ossee dopo l’estrazione, limitando il riassorbimento fisiologico. L’estrazione atraumatica, con particolare attenzione alla corticale vestibolare, è un passaggio essenziale per favorire la stabilità degli impianti post-estrattivi e garantire un miglior risultato estetico.
  9. Gli impianti immediati dopo l’estrazione hanno tassi di sopravvivenza paragonabili a quelli differiti?
  10. La letteratura mostra dati leggermente diversi: alcune meta-analisi (es. Chrcanovic et al., 2015) segnalano un rischio leggermente superiore negli impianti post-estrattivi, mentre studi più recenti (Cosyn, 2019; Patel, 2023) riportano tassi di sopravvivenza sovrapponibili agli impianti differiti, a condizione che il caso sia ben selezionato e la tecnica eseguita correttamente.
  11. In quali casi è indicato l’inserimento immediato di impianti post-estrattivi?
  12. Gli impianti immediati sono indicati quando il sito post-estrattivo presenta volumi ossei adeguati, assenza di infezioni acute e condizioni anatomiche favorevoli. In caso di osso residuo ridotto o di esigenze estetiche particolarmente elevate, la letteratura suggerisce una selezione più prudente del protocollo.